Pienezza di vuoto, mi accoglie dopo una giornata avvolta intorno a persone come un lungo ricamo di sorrisi.
Una notte insonne.
Volevo partire all’alba, per ritrovarmi nella nebbia umida e nel silenzio assonnato della strada. Sono partita verso le otto e trenta. tante piccole cose da fare, spesa per la casa, per i gatti.
Entro dal portone di legno. Le aiuole verdi con le foglie gialle della betulla come un foulard appena appena appoggiato. Ho tagliato dei rami di rosmarino e qualcuno di maggiorana.
Voi state lì, io scappo vergognosa di non volermi più occupare e anche preoccupare, forse. Riesco a fare un salto al bar. Ci sono le mie girls, così affettuose, così profumate di quell’abitudine quotidiana che scandisce il tempo come un cronometro. Ricordo i tramonti d’estate che al tocco delle sette tutte si alzavano – e si alzeranno l’estate prossima – per avviarsi verso la cena.
Pienezze di vuoto, si accavallano tra i ricordi di quell’asfalto insopportabile d’estate
Avrei dovuto camminare la notte scorsa, invece pensavo alla violetta africana che andrà ritirata al caldo. “La Pazza gialla” rimarrà là. Urlante e addolorata. Rimaranno pezzi del mio mondo così tondo, adesso ha scelto di rotolar via e lasciar scia di lumaca.
Pienezze di vuoti rincorro per non morire ancora una volta senza lasciare tracce
Malinconia arruffata e leggermente turbolenta, forse, rimane nell’aria. Questa sera di addii silenziosi, i gatti non usciranno più dalla sporta per correre in cortile.
Cercherò uno spazio con una vista e un pò di prato per loro. Cercherò pienezze o forse solo dei vuoti per mettere semi nuovi. Non si smette mai di vivere perchè non si smette mai di morire.
L’immagine: “La pazza gialla” – serie del dolore – anno 2000. Olio e pastelli ad olio su tela di juta. cm 100×130
Qui sotto ” La pazza di Chaillot” olio su tela cm 80×120